(lu.pi) Non se ne parla più, molti pensano che sia una malattia superabile come una semplice influenza, ma tutto ciò non risponde alla realtà.
Di questo e delle malattie sessualmente trasmissibili si è parlato in un interessante incontro avvenuto presso il museo MA GA di Gallarate lo scorso 30 novembre, in occasione del “Seminario Cristina Rossi 2019”.
Il tema dell’incontro, indirizzato ai Donatori, era “Donare con il cuore, amare con la testa” con il centro dell’attenzione portato al disinteresse, oramai diffuso, su queste malattie ed il loro ritorno a diffusioni elevate. Ecco i diversi interventi.
La psicologa
La dott.ssa Maura Ciancitano ha affrontato il tema di come dialogare coi giovani; ha spiegato l’importanza delle parole utilizzate, ricordando che i giovani utilizzano un linguaggio diverso da noi anziani. Per parlare di sessualità coi giovani, bisogna innanzitutto saperli ascoltare, sentire i loro problemi, le loro difficoltà ed affrontare il tema senza far loro pensare che si stia effettuando un controllo. Bisogna comprendere i loro punti di vista, senza dividere tutto in bene/male. Si riscontra una maggior consapevolezza tra le ragazze, i ragazzi affrontano il tema, generalmente, con paura legata agli stereotipi di comportamento. I giovani devono fare le loro esperienze, devono essere accompagnati in modo consapevole, senza terrorizzare e senza vietare, l’informazione deve essere mantenuta in modo rinnovato e costante, senza fare la morale, Si devono fornire le informazioni che si ritiene giusto dare, ma mantenendo sempre un dialogo (leggi: ascolto).
L’infettivologa
La dott.ssa Valentina Marchese ha spiegato che nella maggior parte dei casi si deve parlare di infezioni e non di malattie; infatti sono quasi tutte causate da virus e batteri. Le principali sono l’HIV (virus immunodeficienza umana) che porta all’AIDS (sindrome di immunodeficienza acquisita), l’epatite C o HCV, l’epatite B o HBV, la sifilide, la gonorrea, la candidosi, il papilloma virus, ed altre ancora. Il problema principale di quasi tutte queste infezioni è che sono, in particolare nella donna, asintomatiche, quindi non si riscontrano subito, ma vengono sovente rilevate a seguito di altre complicanze, rendendo più difficoltosa la loro soluzione. Le infezioni trasmissibili sessualmente sono quelle prevalenti a livello mondiale, e sono le più diffuse tra le persone comprese tra i 15 e 49 anni.
Si è soffermata in modo particolare sul virus dell’HIV, precisando che può rimanere latente, pur essendo in grado di infettare altre persone, per 10/15 anni prima di svilupparsi in AIDS conclamata. Al momento della scoperta del virus HIV, si diffuse la convinzione che fosse un problema di categorie (omosessuali, drogati e prostitute) che paradossalmente oggi sono le categorie meno colpite: anziché di categorie a rischio, si deve parlare di comportamenti a rischio. Attualmente in Italia la maggior parte di ammalati di HIV positivi la si riscontra tra gli eterosessuali, l’uso della pillola antifecondativa ne ha incrementato la diffusione, come anche l’uso/abuso di alcool che frena i fattori inibitori del cervello. Nel 2018 la maggioranza delle nuove infezioni si è riscontrata tra giovani compresi tra i 25 e 29 anni. Un altro fattore di superficialità nell’affrontare il problema sta nella convinzione che vi sono dei farmaci per combattere l’AIDS, ha ricordato però che questa malattia è controllabile ma è incurabile! Si vive tutta la vita assumendo dei farmaci che hanno effetti collaterali non indifferenti!
Il responsabile AVIS Nazionale
La dott.ssa Alice Simonetti ricorda che solo la conoscenza e la prevenzione portano dei benefici alla Società, a tale riguardo segnala che l’assistenza sanitaria di base in Italia ha un ritorno positivo. L’impegno di AVIS nel divulgare la prevenzione allo scopo di garantire la sicurezza della donazione a salvaguardia della salute del paziente. Da un test effettuato risulta che il 13% non chiede garanzie in occasione di tatuaggi, il 60% basa la sua sicurezza sulla fiducia nel partner, il 22% non ha informazioni corrette (es. la saliva che può trasmettere il virus HIV, non è vero), il 20% ritiene che l’HIV sia curabile, il 32% sa del periodo finestra (il 6% non sa cosa sia) ma con informazioni errate, il 62% non ha mai chiesto informazioni in merito, si riscontrano anche molti luoghi comuni errati.
L’esperto del mondo del volontariato
Il dr. Davide Verrazzani ritiene che l’impegnarsi nel sociale sia, sovente, un modo per restituire alla Società il bene/benessere che si è ricevuto nel corso della vita: si prova piacere nell’effettuare attività sociali, svolgere un’attività diversa della solita routine. Le attività che si effettuano a favore degli altri sono più vere e più “leggere” da svolgere. I giovani comprendono questi valori più precocemente.
Il direttore sanitario di Avis Lombardia
Il dr. Giuseppe Cambié ha fornito alcuni dati in merito ai rischi di infezione post trasfusionale. Tenendo sempre presente che anche 1 su un numero infinito è sempre troppo, i dati non sono allarmanti grazie alle procedure di controllo ed al senso di consapevolezza e responsabilità dei Donatori. Il rischio di trasmissione del virus HCV e di 1 su 30 milioni circa; quello di trasmissione dell’HIV è di 1 su 23 milioni circa, mentre il rischio per il virus HBV è di 1 su 375000 circa. In Lombardia ci sono oltre 51000 portatori del virus HIV, con un rischio di trasmissione di 1 su 1537 abitanti. Se tra i Donatori periodici associati vi è un rischio di trovare il 4% di sieropositivi, questo valore sale al 12/15% tra Donatori non periodici. Egli ha inoltre segnalato che recentemente è stato scoperto un nuovo ceppo del virus HIV tutt’ora in fase di studio.
La psicologa dell’ASST Sette Laghi
La dott.ssa Eugenia Trotti ha spiegato che (a seguito dei medicinali che rallentano lo sviluppo del virus) in Italia il numero delle persone contagiate è in costante aumento, ribadendo che il maggior rischio di contagio è tra eterosessuali a causa di rapporti non protetti. L’età media dei sieropositivi è in continuo aumento, anche se non vi sono dati aggiornati per l’Italia, negli USA l’età media è di 50 anni. In Italia si calcola che 7 su 10 sieropositivi non sanno di esserlo, contribuendo a diffondere il virus; sempre in Italia si sono riscontrati circa 500 nuovi casi di HIV positivo tra i giovani compresi tra 25 e 29 anni. Molte persone sono convinte che la pillola antifecondativa basti ad evitare l’infezione! Nulla di più falso! Tra i dati forniti vi è un forte segnale di allarme, in quanto ai minorenni non è possibile effettuare gli esami senza l’autorizzazione dei genitori: chi di loro andrebbe a chiedere al genitore di fare gli esami perché ha avuto rapporti sessuali a rischio? Ed è proprio tra i più giovani, minorenni, che si rivela il maggior numero di rapporti a rischio! Usare il preservativo può avere un costo economico, ma sicuramente può evitare problemi molto più gravi e che, una volta insorti, oltre ai costi economici porta anche una qualità di vita debilitata.