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Sonno e sogni: curiosità

Per molte persone dormire è uno dei momenti più piacevoli della giornata; si stima che questa attività occupa in media un terzo della nostra esistenza. Per il nostro organismo è più di un semplice ‘’ricaricare le batterie’’. Un sonno di qualità, infatti, ha un impatto sulla nostra salute psico-fisica ed è di fondamentale importanza per il ristoro ed il corretto funzionamento dell’organismo.

Affinché vengano apportati benefici alla nostra salute, devono essere soddisfatti due requisiti: assenza di interruzioni durante il sonno e dormire un numero di ore adeguato alle esigenze del nostro corpo. 

Il numero di ore di cui una persona ha bisogno è differente a seconda dell’età. Tuttavia, non esiste un numero minimo uguale per tutti, poiché molteplici fattori incidono sulla quantità. 

La National Sleep Foundation ha svolto uno studio sulle ore di sonno ideali e le propone suddivise per età, ad esempio i giovani adulti (18-25 anni) e adulti (25-64 anni) dovrebbero dormire dalle 7 alle 9 ore per notte e mai meno di 6 ore o più di 10. L’ipersonnia, ovvero dormire troppo abitualmente, è dannosa tanto quanto l’insonnia, in entrambi i casi è bene rivolgersi ad uno specialista. 

[Vi rimandiamo allo studio della National Sleep Foundation per indicazioni sulle altre fasce di età

https://www.sleepfoundation.org/how-sleep-works/how-much-sleep-do-we-really-need]

Il sonno si caratterizza per un’alternanza ciclica di 5 fasi, che si ripetono più volte nel corso della notte, e che  sono suddivise a loro volta in due macro-momenti: fase NRem (Non rapid eye movement) o sonno tranquillo e fase Rem (Rapid eye movement) o sonno attivo. 

La prima fase, la fase Non-Rem, occupa circa il 75% del sonno totale e si compone di 4 stadi dalla durata di un minimo di 5 minuti ad un massimo di 15 minuti. Nel passaggio da una fase all’altra il sonno diventa sempre più profondo.  

Lo stadio 1, definito ‘’addormentamento’’, è la fase in cui gradualmente l’organismo passa da uno stato di veglia al sonno. Si verificano l’abbassamento della temperatura corporea, il rilassamento parziale della muscolatura e il rallentamento del battito cardiaco. Lo stadio 2 definito ‘’sonno leggero’’ è la fase in cui l’organismo si prepara ad entrare nella fase di sonno vero e proprio. Lo stadio 3 riguarda appunto il ‘’sonno profondo’’, in cui vi è assenza di sogni. 

Infine, nello stadio 4, definito ‘’sonno profondo effettivo’’, l’organismo si rigenera e si ripristinano le riserve metaboliche. Così si conclude la fase Non-Rem. 

La fase Rem viene definita anche ‘’stadio del sonno paradosso’’, poiché l’attività cerebrale si risveglia e gli occhi cominciano a muoversi rapidamente, nonostante il sonno sia profondo. In questa fase si presentano i sogni (che sono dei fenomeni psichici) e si verifica un aumento graduale del flusso sanguigno, della respirazione e dell’attività cerebrale. 

Molto spesso si ha la sensazione di non aver sognato nulla durante la notte, eppure è quasi impossibile che durante un intero ciclo di sonno non si sogni, è molto più probabile che non lo si rammenti. La capacità di ricordare i sogni dipende da una serie di fattori, ad esempio sono rilevanti: la fase del sonno in cui ci si sveglia, se al momento del risveglio si è distratti o se si è in ritardo e l’intensità emotiva di ciò che si ha sognato.  

Durante il sonno è comune avvertire una sensazione di cadere, provocata dal cosiddetto ‘’spasmo ipnico’’, una risposta del sistema nervoso ad alcune anomalie tipiche del sonno, come la riduzione della frequenza del respiro. Queste anomalie vengono percepite dal nostro organismo come un ‘’allarme’’, che  ci induce a svegliarci. 

Lo spasmo ipnico, si caratterizza per una contrazione involontaria, rapida ed improvvisa di un muscolo o di un gruppo di muscoli, definita in termini scientifici come ‘’mioclono’’ o ‘’mioclonia’’. Uno scatto muscolare è fisiologico ed è tipico della fase iniziale del sonno, nella quale l’organismo si rilassa per favorire l’addormentamento. Diversi fattori possono favorire questo fenomeno, ad esempio ansia e stress che sovraccaricano il sistema nervoso, un abuso di caffeina, la privazione del sonno ed un esercizio fisico intenso prima di coricarsi. 

Durante il sonno, alcune persone sono più inclini a russare: questo dipende dalla forma e dalla dimensione dei muscoli e dei tessuti del collo.  

Il russamento è causato dal tintinnio e dalla vibrazione dei tessuti molli vicini alle vie aeree superiori. Non è considerato un problema di salute a meno che non vi siano segnali associati ad una Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), caratterizzata da un’interruzione nella respirazione, dovuta all’ostruzione totale o parziale delle vie aeree superiori. 

I fattori di rischio sono molteplici, ad esempio: obesità, fumo, assunzione di alcolici e di specifici farmaci. 

Un’ultima curiosità riguarda il sonno placebo, con cui si intende una sorta di inganno del cervello, che porta a credere di aver dormito bene. 

Si è arrivati a questa conclusione, grazie ad uno studio che ha confermato l’ipotesi secondo la quale gli stati cognitivi possono essere influenzati sia in senso positivo sia in negativo da un atteggiamento mentale. Ai partecipanti della ricerca sono stati riferiti dati inventati sulla qualità e durata della propria fase Rem. Si è poi osservato che coloro ai quali è stato detto che avevano dormito male, hanno avuto prestazioni peggiori. Questo è il meccanismo dell’ ‘’effetto placebo’’ del sonno, che si verifica anche in positivo. 

Un sonno di qualità è, quindi, essenziale per vivere al meglio la propria giornata. Se si sospetta di soffrire di qualche disturbo del sonno è bene rivolgersi, in tutti i casi, al proprio medico oppure ad uno specialista. 

 

 

Fonti: 

Humanitas.it 

‘’Sonno: struttura e funzioni’’ – Gruppo Multimedica

‘’Stages of sleep’’ – Sleep Foundation 

‘’Snoring and sleep’’ – Sleep Foundation

‘’Placebo sleep affects cognitive functioning’’ – C.Draganich and K. Erdal

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