Il terzo lunedì di gennaio, quest’anno il 17, è popolarmente noto come Blue Monday, “Lunedì triste”, più precisamente il giorno più deprimente dell’anno per gli abitanti dell’emisfero boreale. La scelta del blu trova origine nella cultura anglosassone, dove rappresenta per eccellenza il colore della tristezza, della malinconia e del rimpianto: proprio l’inverno è la stagione in cui queste sensazioni vengono maggiormente percepite dalla popolazione, generando la cosiddetta Winter Blues, depressione invernale.
Il concetto secondo cui proprio in questa data, ma più in generale fra il secondo lunedì e la fine di gennaio, ci si senta maggiormente depressi rispetto agli altri giorni sarebbe giustificato dal fatto che in questo periodo il cervello realizzi inconsciamente la fine delle festività natalizie e la ripresa delle attività lavorative. La teoria fu elaborata per la prima volta nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, e resa nota mediante un comunicato stampa del canale televisivo britannico Sky Travel.
Arnall avrebbe individuato la data tramite una bizzarra equazione, pensata per le compagnie di viaggio perché volta ad analizzare la maggiore tendenza dei propri clienti a prenotare un viaggio quando presi da uno stato di profondo malumore e depressione. I fattori da lui considerati furono molteplici: condizioni meteo (W), capacità di fronteggiare i debiti accumulati dopo le festività (D-d), tempo trascorso dal Natale (T), fallimento dei buoni propositi (Q), bassi livelli di motivazione (M) e crescente necessità di agire (Na). L’equazione pubblicata fu la seguente: [W+(D-d)]TQMNa. Tale teoria, evidentemente priva di fondamento scientifico (può l’andamento del nostro umore essere ridotto al risultato di un’equazione?), fu poi diversamente declinata da altre compagnie sempre per scopi pubblicitari. Arnall sarebbe stato in grado di calcolare anche il giorno più felice dell’anno, che tende invece a cadere vicino al solstizio d’estate nell’emisfero boreale.
Il tema del Blue Monday offre diversi spunti di riflessione, in particolare quello della salute psichica, argomento particolarmente delicato e discusso specialmente dopo che in Italia il “Bonus Salute Mentale” non è rientrato nella legge di Bilancio 2022, nonostante i due anni di pandemia abbiano avuto effetti devastanti sotto questo aspetto: si attesta intorno al 40% l’incremento di coloro che hanno richiesto l’aiuto di uno psicologo o uno psichiatra, ma si tratta di un trend destinato a salire. La salute psichica non merita la stessa attenzione e cura riservata alla salute fisica? Risponderebbe l’OMS: non c’è salute senza salute mentale.
È universalmente noto come i Paesi più ricchi ed economicamente stabili registrino un elevato numero di suicidi, più di altri Paesi in maggiore difficoltà economica. Dati allarmanti vengono dai Paesi del Nord Europa: secondo uno studio condotto fra il 2012 e il 2016, il 12,3% della popolazione dei Paesi Nordici è in condizioni di infelicità e di sofferenza psicologica, percentuale che sale fino al 16% fra gli over 80. L’Europa è il primo continente al mondo per tasso di suicidi ogni 100.000 abitanti ed è la Groenlandia a detenere il triste primato.
La speranza è che venga data sempre più importanza e attenzione al tema della salute psichica, anche tramite reali stanziamenti da parte dei governi, e che grandi compagnie senza scrupoli non sfruttino questa crescente e diffusa fragilità per meri interessi economici.
A cura di Francesca Genoni
Fonti:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Blue_Monday_(data)