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Le malattie polmonari: conoscerle, prevenirle, curarle

È giunta ormai alla sua 23esima edizione la conferenza organizzata dalla sottosezione Avis di Borsano, tenutasi venerdì 18 ottobre 2024 e incentrata quest’anno sul tema delle malattie polmonari. Gli interventi sono stati affidati a tre relatori, tutti dirigenti medici dell’U.O.C. di Pneumologia dell’ASST Valle Olona: dott.ssa Nicoletta Bertinelli, dott.ssa Giulia Palmiotto e dott. Filippo Biagini. Ha moderato il convegno il dott. Vincenzo Saturni, dirigente medico presso il Servizio di Immunoematologia Trasfusionale dell’ASST Sette Laghi e già presidente di Avis Nazionale. 

Ha aperto la serata Alessandro Barbaglia, responsabile della sottosezione, che ha innanzitutto ringraziato Don Marco Mauri, nuovo parroco di Borsano, che fin da subito si è dimostrato molto accogliente e interessato a promuovere e sostenere l’iniziativa, consentendo l’utilizzo della sala parrocchiale in cui si è tenuto il convegno. 

Quindi, dopo i saluti e ringraziamenti iniziali, Alessandro ha ribadito l’impegno di Avis non solo nella raccolta di sangue, ma anche nella sensibilizzazione della cittadinanza su temi di natura medica, e ha fornito qualche dato epidemiologico per introdurre il tema del convegno: le malattie polmonari sono tra le patologie più diffuse e gravi del mondo. Sono la terza causa di morte per gli uomini e la quinta per le donne. In Italia l’asma bronchiale ha un’incidenza del 4,5%, mentre la BPCO colpisce il 5,6% degli abitanti ovvero 3.5 milioni di persone (considerando solo i casi diagnosticati), ed è la causa del 55% delle morti per malattie respiratorie, superiori anche alla patologia oncologica (fonte: dati ISTAT 2020).

 

PNEUMOLOGIA ALL’OSPEDALE DI BUSTO ARSIZIO

Ha preso la parola la dott.ssa Nicoletta Bertinelli che ha cominciato la sua presentazione parlando dell’U.O.C. di Pneumologia dell’ospedale di Busto Arsizio e delle malattie che vengono trattate mediante attività di ricovero, ambulatoriale e di consulenza. I campi di azione sono diversi: si va dalla patologia ostruttiva (asma, BPCO, sindrome bronchiectasica) a quella oncologica, dalla comune patologia infettiva alle più rare malattie interstiziali. Da poco tempo è attivo un ambulatorio per la cura dell’ipertensione polmonare

L’U.O.C. dispone anche di un laboratorio di fisiopatologia per l’esecuzione degli esami di funzionalità respiratoria e svolge attività endoscopica ed ecoendoscopica. Si occupa anche della gestione dei versamenti pleurici mediante toracentesi e posizionamento di drenaggi toracici a scopo diagnostico e terapeutico, con la prospettiva di poter introdurre la possibilità di fare toracoscopia medica, quindi senza l’intervento dei chirurghi. 

 

MALATTIE INTERSTIZIALI

La dottoressa ha proseguito parlando di malattie interstiziali: si tratta di un insieme di patologie con diversa eziologia e con la caratteristica di coinvolgere diffusamente il tessuto polmonare.  

Rientrano in questo gruppo di malattie le neoplasie che non hanno una localizzazione precisa ma che coinvolgono tutto il tessuto polmonare, alcune malattie cardiologiche (come l’edema polmonare acuto), il danno da agenti tossici di diversa natura (farmaci o altre sostanze), le malattie metaboliche, le polmoniti da ipersensibilità che vanno sia incontro a guarigione sia ad evoluzione cronica in senso fibrotico e irreversibile, infezioni come la tubercolosi, alcune malattie reumatologiche come il LES o l’artrite reumatoide in cui il danno polmonare è talvolta la prima manifestazione. 

Ci sono poi forme che rientrano nella classificazione di patologie idiopatiche ovvero di cui non conosciamo la causa: esistono sì alcuni fattori di rischio, ma non sappiamo perché insorgono. Esiste comunque un substrato genetico.

Di tutti i pazienti che vanno dallo pneumologo, il 15% ha una delle tante patologie infiltrative idiopatiche. Mediamente hanno maggiore incidenza nei maschi rispetto alle femmine e molte si presentano nella seconda/terza fase della vita. La più frequente è la fibrosi polmonare idiopatica, l’incidenza infatti è di 9 casi su 100mila ogni anno.

La malattia dà sintomi aspecifici: tosse cronica che però si manifesta tardivamente rispetto al danno polmonare, dispnea da sforzo prima e continua poi, dolori toracici.

Grazie alla TAC si fanno sempre più diagnosi perché tra gli pneumologi c’è una maggiore sensibilizzazione nel cercare di intercettare precocemente i pazienti, sebbene i due farmaci attualmente in commercio sono in grado solo di rallentare la progressione della patologia, che pertanto rimane una malattia mortale

 

TUMORE DEL POLMONE

Ha proseguito la dott.ssa Giulia Palmiotto che ha parlato del tumore del polmone, una malattia molto diffusa giacché solo nel 2022 sono state fatte 43.900 nuove diagnosi di tumore del polmone, di cui 29.300 negli uomini e 14.600 nelle donne. Rappresentano infatti il 15% di tutte le diagnosi di tumore negli uomini e il 6% nelle donne (stime AIRTum).

Fattori di rischio

Il più importante fattore di rischio per il tumore del polmone è notoriamente il fumo di sigaretta: esiste un chiaro rapporto di causa-effetto tra l’abitudine tabagica e la malattia, e lo stesso vale per l’esposizione al fumo passivo. È fondamentale considerare che contano sia la quantità di tempo in cui si è fumato, sia il numero di sigarette fumate: un paziente che ha iniziato a fumare da giovanissimo un pacchetto al giorno rischia di ammalarsi di più rispetto a chi ha fumato due pacchetti al giorno ma per un periodo di tempo più breve!

Non è pericoloso solo il fumo di sigaretta: esistono anche cancerogeni chimici come l’amianto o asbesto, il radon e i metalli pesanti, che sono fattori di rischio soprattutto per coloro che vengono a contatto con queste sostanze sul luogo di lavoro.

Aumenta il rischio di ammalarsi anche l’inquinamento atmosferico, la familiarità e precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia a livello del torace.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, nel 2021 l’OMS ha pubblicato le linee guida globali sulla qualità dell’aria, che raccomandano per il PM2,5 un valore limite di 5µg/m³

Quindi, tutto ciò che è superiore è pericoloso per la nostra salute e questo significa che quasi l’intero 97% della popolazione europea vive in aree in cui l’inquinamento atmosferico è dannoso per la salute.

Oltre all’inquinamento atmosferico, esiste anche un’importante correlazione con il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature. 

Vi è inoltre un 30% di aumento del rischio di sviluppo di neoplasie per un consumo di >60g di etanolo/giorno, sia  per il potenziale effetto cancerogeno dell’etanolo, sia perché le bevande alcoliche contengono contaminanti cancerogeni come nitrosammine e idrocarburi policiclici aromatici.

Riconoscerlo

Il tumore del polmone in molti casi resta asintomatico nelle fasi iniziali e talvolta la malattia viene diagnosticata nel corso di esami effettuati per altri motivi. I sintomi più comuni sono:

– tosse continua che non passa o addirittura peggiora nel tempo

– raucedine

– presenza di sangue nel catarro (sintomo più avanzato)

– respiro corto

– dolore al petto che aumenta nel caso di un colpo di tosse o un respiro profondo

– perdita di peso e di appetito

– stanchezza costante

– frequenti infezioni respiratorie anche 5 volte all’anno o che ritornano dopo un trattamento

In presenza di sintomi sospetti è quindi importante contattare il proprio medico curante che potrà prescrivere ulteriori esami: RX torace in prima battuta e poi, se necessario approfondire, la TC torace. Dopodiché, per arrivare a una diagnosi certa, è necessario effettuare una biopsia mediante broncoscopia, procedura che non richiede l’anestesia generale. 

Curarlo

Nel corso delle analisi dei campioni di tessuto prelevati, è oggi possibile determinare la presenza di particolari molecole sulle cellule tumorali che possano rappresentare i bersagli per i cosiddetti “farmaci mirati”, aiutando così i medici a decidere quale trattamento utilizzare per la cura di ogni paziente. 

Nell’ospedale di Busto Arsizio esiste la LUNG UNIT, un gruppo multidisciplinare per la diagnosi e la cura delle neoplasie toraco-polmonari, all’interno della quale collaborano le unità operative di Anatomia Patologica, Chirurgia Toracica, Oncologia Toracica, Pneumologia, Radioterapia, Medicina Nucleare: il paziente con sospetta neoplasia toraco-polmonare o con diagnosi già confermata, viene discusso in riunione multidisciplinare e viene poi rapidamente valutato dai medici specialisti che ne fanno parte per la gestione del successivo iter diagnostico-terapeutico.

Prevenirlo

Per prevenire l’insorgenza del tumore del polmone la cosa più importante è smettere di fumare. I dati ISTAT indicano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto, ma provando in media 6 volte. Quindi, le ricadute fanno parte del percorso di cambiamento e non devono scoraggiare (nell’immagine a destra alcuni suggerimenti su come smettere di fumare).

Non è vero invece che le sigarette elettroniche o il tabacco riscaldato aiutano a smettere di fumare, anzi, non esistono studi che dimostrino che siano meno dannose delle tradizionali sigarette. In particolare le sigarette elettroniche contengono sostanze chimiche attraverso cui si scioglie la nicotina, mentre nelle sigarette a tabacco riscaldato questo viene riscaldato ad alte temperature senza che ci sia la combustione. 

L’utilizzo può aiutare i fumatori accaniti a smettere, ma possono diventare al tempo stesso un ostacolo all’abbandono definitivo, tanto che molti pazienti usano entrambi e spesso le sigarette elettroniche sono per i giovani un incentivo a iniziare a fumare. 

Nel nostro Paese il fumo di sigaretta rimane la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile. Infatti, non bisogna preoccuparsi solo del tumore del polmone, perché il fumo causa molti danni anche ad altri organi ed apparati, e in generale il danno da fumo è irreversibile: se si smette di fumare si riduce sì il rischio di tumore del polmone, ma il polmone ormai è danneggiato. 

Occorre anche evitare di esporsi al fumo passivo e utilizzare sempre sul luogo di lavoro tutte le misure di protezione per poter ridurre al minimo i rischi.

Anche l’alimentazione è fondamentale: ci sono evidenze per cui una dieta ricca, varia, con pochi grassi e ricca di fibre e sali minerali sia benefica per la salute, in particolare l’apporto di grassi avrebbe un ruolo nella patogenesi del tumore. 

Bisogna inoltre mantenersi attivi (anche solo 30 minuti al giorno) e normopeso, per via della correlazione tra obesità e malattie croniche. 

Esiste la possibilità di iscriversi ad un programma gratuito di screening di tumore del polmone (R.I.S.P. Rete Italiana screening polmonare), dedicata a chi ha più di 55 anni e meno di 75, fuma o ha smesso da almeno 15 anni con un consumo medio di 20 sigarette al giorno (https://programmarisp.it/).

 

MALATTIE OSTRUTTIVE

L’ultimo intervento è stato quello del dott. Filippo Biagini che, dopo aver spiegato brevemente l’anatomia e la fisiologia del polmone, ha parlato di BPCO e asma bronchiale

 

BPCO

La BPCO, acronimo di bronchite cronica ostruttiva, è comunemente conosciuta come la bronchite del fumatore. Non è una vera e propria malattia ma una sindrome, cioè un “contenitore” di diversi tipi di alterazione: la prima è la bronchite cronica, ovvero l‘infiammazione cronica dei bronchi che, infiammati a causa di stimoli esterni tra cui principalmente il fumo di sigaretta, producono una quantità esagerata di muco, si ostruiscono, si riducono di calibro e quindi arriva meno aria; il secondo elemento è l’enfisema polmonare ovvero la distruzione irreversibile degli alveoli polmonari.

Il problema vale ovviamente sia per l’aria che entra che per quella che esce: il paziente fa fatica a buttare fuori aria e quindi non conclude l’espirazione. 

L’alveolo danneggiato dal fumo è ridotto di dimensioni, è meno elastico, si espande meno e contiene meno ossigeno.

Cause

Le cause sono agenti dannosi provenienti dall’esterno: non solo il fumo di tabacco, ma anche altre concause, modificabili e non modificabili, tra cui l’inquinamento ambientale, l’esposizione professionale, l’esposizione al fumo passivo e la componente genetica (esiste una forma unicamente genetica causata da deficit di ?1-antitripsina). 

Riconoscerla

I sintomi sono tipici e insorgono intorno ai 40-50 anni. Inizialmente compare tosse grassa soprattutto al mattino che poi si estende al resto della giornata, successivamente il paziente avverte mancanza di fiato durante lo sforzo compiuto in attività abituali.

Questi soggetti vanno incontro a riacutizzazioni che causano ulteriore danno.

Il problema se non si interviene con la cessazione della noxa patogena è che la malattia evolve in una spirale dove, da patologia respiratoria, diventa un problema di tutto l’organismo perché le comorbidità sono numerose. In particolare vanno incontro a dimagrimento patologico, la cachessia, che consiste nella perdita di massa magra in maniera simile al paziente oncologico.

Curarla

La BPCO viene diagnosticata con la spirometria per misurare i volumi polmonari, mentre non esiste un trattamento curativo, in quanto il danno creato non può essere ripristinato. Gli alveoli distrutti non possono essere ricostruiti.

La prima cosa da fare è cessare l’abitudine tabagica. Dopodiché esistono alcuni farmaci che sono spray inalatori che hanno ruolo sintomatico, ma nessuno di questi ha superato un trial clinico per cui siano ritenuti in grado di ridurre la mortalità.

Essi contengono uno o più broncodilatatori che agiscono sulla broncocostrizione che si cerca di revertire. Talvolta si aggiunge il cortisone inalatorio che ha scopo antinfiammatorio per i casi più gravi. 

I pazienti inoltre beneficiano di una dieta iperproteica che è in grado di ripristinare almeno parte della massa magra e della muscolatura. Le proteine aggiuntive devono essere distribuite lungo la giornata, non concentrate in un unico pasto, in modo che l’organismo possa sfruttare più tempo per creare nuova massa magra. Nei casi più severi si possono usare anche integratori.  

 

ASMA BRONCHIALE

La malattia si differenzia dalla BPCO innanzitutto per il carico infiammatorio: a livello dei bronchi prevale l’infiammazione, da cui derivano i sintomi che però non sono sempre presenti (in alcuni periodi il paziente sta bene, mentre ce ne sono altri in cui improvvisamente compaiono). L’infiltrazione di cellule infiammatorie porta al rilascio di mediatori e rimodellamento strutturale delle vie aeree.

Anche l’ostruzione bronchiale è variabile. 

È una patologia diffusa: circa 235 milioni di persone al mondo ne soffrono e ha una sua mortalità importante a livello mondiale, mentre in Italia non si muore più per asma grazie a un sistema sanitario che permette a tutti di accedere alle cure e alle terapie.

In Europa circa 30 milioni di persone sono affette da asma, mentre in Italia la prevalenza è del 5% e di tutti questi solo pochi sono definiti gravi ovvero che non rispondono alle terapie classiche. 

Cause

C’è una predisposizione genetica intrinseca per cui uno stimolo esterno causa una iperreattività del sistema immunitario: nell’epitelio bronchiale sono presenti globuli bianchi e altre cellule dell’immunità che devono difenderci dagli agenti esterni, ma nel paziente asmatico tale risposta è esagerata e prosegue al punto di causare il danno.

Il trigger di questa risposta potrebbero essere gli allergeni ambientali nel caso dei soggetti allergici (piante, acaro della polvere, peli di animali domestici). Per quanto riguarda l’allergia alle piante, sopra gli ambualtori della Pneumologia di Busto Arsizio sono stati installati rilevatori che forniscono settimanalmente un report sugli allergeni più presenti nell’aria (https://www.asst-valleolona.it/category/calendario-pollinico/).

Non tutti gli asmatici, però, hanno un problema allergico: una crisi asmatica può essere scatenata da inquinamento, esposizione a sostanze chimiche, attività sportiva, cambi di temperatura dell’aria, fumo e infezioni respiratorie virali.

La riduzione del calibro dei bronchi è reversibile nelle fasi iniziali di malattia: se però il paziente si trascura o non risponde alle terapie, il rischio è che la riduzione possa cronicizzarsi. Inoltre, l’infiammazione è condivisa con altre patologie, infatti spesso il paziente ha anche la dermatite atopica e polipi nasali recidivanti.

Riconoscerla

La diagnosi va fatta con la spirometria che mostra l’ostruzione bronchiale, tuttavia è un processo diagnostico più complicato rispetto alla BPCO perché la malattia è variabile e con la spirometria si “fotografa” la situazione del paziente in quell’istante, dunque può rendersi necessario fare la diagnosi in step successivi o con esami di secondo livello. 

Curarla

L’obiettivo del trattamento è ridurre il rischio di mortalità, ridurre le riacutizzazioni, evitare gli effetti avversi di terapie che si facevano in passato, garantire al paziente una qualità della vita normale. 

Per anni si è usato il Ventolin® come terapia per l’asma bronchiale: oggi non è più accettabile perché sappiamo che l’asma è una malattia su base infiammatoria e il ventolin è solo un broncodilatatore. Gli effetti del cortisone inalatorio non sono a livello sistemico perché l’assorbimento è minimo. Nella maggior parte dei casi la terapia va avanti tutta la vita essendo una malattia variabile e potendosi acutizzare in qualsiasi momento. 

Molti pazienti che non raggiungono gli obiettivi sono detti asmatici gravi: per questi oggi si hanno nuove armi a disposizione. Infatti, poiché oggi conosciamo le cellule dell’infiammazione coinvolte nel processo, abbiamo farmaci che vanno esclusivamente contro quelle cellule, e in questo modo hanno cambiato la storia degli asmatici gravi. 

 

CONCLUSIONI

Dopo gli interventi dei tre medici si è aperto il dibattito tra il pubblico (oltre settanta persone presenti), che si è dimostrato molto interessato agli argomenti affrontati e ha posto numerose domande ai relatori, di cui diverse in tema di prevenzione e inquinamento ambientale.

La serata si è chiusa con l’intervento di Luigi Pinciroli, già responsabile della sottosezione Avis di Borsano, che ha ringraziato il moderatore e i relatori per i loro interventi interessanti ed esaustivi. Tutti sono stati omaggiati con un dono da parte della sottosezione, in segno di gratitudine e riconoscenza per la disponibilità e competenza dimostrate. 

Anche tutti i presenti hanno manifestato un forte apprezzamento per il convegno, a riprova della buona riuscita dell’evento e della bontà delle iniziative di Avis. 

 

Non resta quindi che darvi appuntamento al prossimo anno!

 

A cura di Francesca Genoni

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