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Categoria: Avis News

Foto della Serata 2019

Il teatro Sociale di Busto Arsizio ha ospitato, venerdì 8 novembre, la Serata del Donatore 2019, di cui si dà notizia  sul DONARE di dicembre.

Più delle parole, sono forse le immagini che possono aiutare il ricordo di chi era presente, o informare chi non ne è stato partecipe. A questo scopo possono servire alcune delle numerose foto scattate, nell’occasione, da Mario Micieli, che qui vengono pubblicate.

Ricordiamo che molte altre foto possono essere visionate a video presso la segreteria associativa negli orari di ufficio, e possono eventualmente essere scaricate a richiesta.

Buona visione!

 

Seminario Cristina Rossi – Ma l’AIDS c’è ancora?

(lu.pi) Non se ne parla più, molti pensano che sia una malattia superabile come una semplice influenza, ma tutto ciò non risponde alla realtà.

Di questo e delle malattie sessualmente trasmissibili si è parlato in un interessante incontro avvenuto presso il museo MA GA di Gallarate lo scorso 30 novembre, in occasione del “Seminario Cristina Rossi 2019”.

Il tema dell’incontro, indirizzato ai Donatori, era “Donare con il cuore, amare con la testa” con il centro dell’attenzione portato al disinteresse, oramai diffuso, su queste malattie ed il loro ritorno a diffusioni elevate. Ecco i diversi interventi.

 

La psicologa

La dott.ssa Maura Ciancitano ha affrontato il tema di come dialogare coi giovani; ha spiegato l’importanza delle parole utilizzate, ricordando che i giovani utilizzano un linguaggio diverso da noi anziani. Per parlare di sessualità coi giovani, bisogna innanzitutto saperli ascoltare, sentire i loro problemi, le loro difficoltà ed affrontare il tema senza far loro pensare che si stia effettuando un controllo. Bisogna comprendere i loro punti di vista, senza dividere tutto in bene/male. Si riscontra una maggior consapevolezza tra le ragazze, i ragazzi affrontano il tema, generalmente, con paura legata agli stereotipi di comportamento. I giovani devono fare le loro esperienze, devono essere accompagnati in modo consapevole, senza terrorizzare e senza vietare, l’informazione deve essere mantenuta in modo rinnovato e costante, senza fare la morale, Si devono fornire le informazioni che si ritiene giusto dare, ma mantenendo sempre un dialogo (leggi: ascolto).

 

L’infettivologa

La dott.ssa Valentina Marchese ha spiegato che nella maggior parte dei casi si deve parlare di infezioni e non di malattie; infatti sono quasi tutte causate da virus e batteri. Le principali sono l’HIV (virus immunodeficienza umana) che porta all’AIDS (sindrome di immunodeficienza acquisita), l’epatite C o HCV, l’epatite B o HBV, la sifilide, la gonorrea, la candidosi, il papilloma virus, ed altre ancora. Il problema principale di quasi tutte queste infezioni è che sono, in particolare nella donna, asintomatiche, quindi non si riscontrano subito, ma vengono sovente rilevate a seguito di altre complicanze, rendendo più difficoltosa la loro soluzione. Le infezioni trasmissibili sessualmente sono quelle prevalenti a livello mondiale, e sono le più diffuse tra le persone comprese tra i 15 e 49 anni.

Si è soffermata in modo particolare sul virus dell’HIV, precisando che può rimanere latente, pur essendo in grado di infettare altre persone, per 10/15 anni prima di svilupparsi in AIDS conclamata. Al momento della scoperta del virus HIV, si diffuse la convinzione che fosse un problema di categorie (omosessuali, drogati e prostitute) che paradossalmente oggi sono le categorie meno colpite: anziché di categorie a rischio, si deve parlare di comportamenti a rischio. Attualmente in Italia la maggior parte di ammalati di HIV positivi la si riscontra tra gli eterosessuali, l’uso della pillola antifecondativa ne ha incrementato la diffusione, come anche l’uso/abuso di alcool che frena i fattori inibitori del cervello. Nel 2018 la maggioranza delle nuove infezioni si è riscontrata tra giovani compresi tra i 25 e 29 anni. Un altro fattore di superficialità nell’affrontare il problema sta nella convinzione che vi sono dei farmaci per combattere l’AIDS, ha ricordato però che questa malattia è controllabile ma è incurabile! Si vive tutta la vita assumendo dei farmaci che hanno effetti collaterali non indifferenti!

 

Il responsabile AVIS Nazionale

La dott.ssa Alice Simonetti ricorda che solo la conoscenza e la prevenzione portano dei benefici alla Società, a tale riguardo segnala che l’assistenza sanitaria di base in Italia ha un ritorno positivo. L’impegno di AVIS nel divulgare la prevenzione allo scopo di garantire la sicurezza della donazione a salvaguardia della salute del paziente. Da un test effettuato risulta che il 13% non chiede garanzie in occasione di tatuaggi, il 60% basa la sua sicurezza sulla fiducia nel partner, il 22% non ha informazioni corrette (es. la saliva che può trasmettere il virus HIV, non è vero), il 20% ritiene che l’HIV sia curabile, il 32% sa del periodo finestra (il 6% non sa cosa sia) ma con informazioni errate, il 62% non ha mai chiesto informazioni in merito, si riscontrano anche molti luoghi comuni errati.

 

L’esperto del mondo del volontariato

Il dr. Davide Verrazzani ritiene che l’impegnarsi nel sociale sia, sovente, un modo per restituire alla Società il bene/benessere che si è ricevuto nel corso della vita: si prova piacere nell’effettuare attività sociali, svolgere un’attività diversa della solita routine. Le attività che si effettuano a favore degli altri sono più vere e più “leggere” da svolgere. I giovani comprendono questi valori più precocemente.

 

Il direttore sanitario di Avis Lombardia

Il dr. Giuseppe Cambié ha fornito alcuni dati in merito ai rischi di infezione post trasfusionale. Tenendo sempre presente che anche 1 su un numero infinito è sempre troppo, i dati non sono allarmanti grazie alle procedure di controllo ed al senso di consapevolezza e responsabilità dei Donatori. Il rischio di trasmissione del virus HCV e di 1 su 30 milioni circa; quello di trasmissione dell’HIV è di 1 su 23 milioni circa, mentre il rischio per il virus HBV è di 1 su 375000 circa. In Lombardia ci sono oltre 51000 portatori del virus HIV, con un rischio di trasmissione di 1 su 1537 abitanti. Se tra i Donatori periodici associati vi è un rischio di trovare il 4% di sieropositivi, questo valore sale al 12/15% tra Donatori non periodici. Egli ha inoltre segnalato che recentemente è stato scoperto un nuovo ceppo del virus HIV tutt’ora in fase di studio.

 

La psicologa dell’ASST Sette Laghi

La dott.ssa Eugenia Trotti ha spiegato che (a seguito dei medicinali che rallentano lo sviluppo del virus) in Italia il numero delle persone contagiate è in costante aumento, ribadendo che il maggior rischio di contagio è tra eterosessuali a causa di rapporti non protetti. L’età media dei sieropositivi è in continuo aumento, anche se non vi sono dati aggiornati per l’Italia, negli USA l’età media è di 50 anni. In Italia si calcola che 7 su 10 sieropositivi non sanno di esserlo, contribuendo a diffondere il virus; sempre in Italia si sono riscontrati circa 500 nuovi casi di HIV positivo tra i giovani compresi tra 25 e 29 anni. Molte persone sono convinte che la pillola antifecondativa basti ad evitare l’infezione! Nulla di più falso! Tra i dati forniti vi è un forte segnale di allarme, in quanto ai minorenni non è possibile effettuare gli esami senza l’autorizzazione dei genitori: chi di loro andrebbe a chiedere al genitore di fare gli esami perché ha avuto rapporti sessuali a rischio? Ed è proprio tra i più giovani, minorenni, che si rivela il maggior numero di rapporti a rischio! Usare il preservativo può avere un costo economico, ma sicuramente può evitare problemi molto più gravi e che, una volta insorti, oltre ai costi economici porta anche una qualità di vita debilitata.

 

Vaccinazione antinfluenzale per i donatori

Anche quest’anno sarà possibile per i donatori accedere gratuitamente alla vaccinazione antinfluenzale presso l’ASL di competenza.

Per L’ASL di Busto Arsizio di Viale Stelvio potranno accedere i residenti dei comuni di:

Busto Arsizio, Castellanza, Olgiate Olona, Marnate, Gorla Minore, Gorla Maggiore, Fagnano Olona e Solbiate Olona presentando il proprio tesserino di appartenenza all’Avis Comunale di Busto Arsizio e Valle Olona.

Le vaccinazioni saranno eseguite dalle 8,30 alle 12,00 nei seguenti giorni e per ordine alfabetico:

martedì 5 novembre: A – B

mercoledì 6 novembre: B – C

giovedì 7 novembre: C – D – E

venerdì 8 novembre: F – G

lunedì 11 novembre: G – H – I – J – K

martedì 12 novembre: L – M – N – O

mercoledì 13 novembre: P – Q – R

giovedì 14 novembre: S – T – U

venerdì 15 novembre: V – W – X – Y – Z

 

Vaccinazioni antinfluenzali

Morbo di Alzheimer – Il convegno

(lu.pi) Lo scorso 11 ottobre, presso la “Casa della Salute” a Borsano, si è svolto il Convegno organizzato dal locale gruppo Avis, sul tema indicato nel titolo.

Moderatore dello stesso era il dr. Vincenzo Saturni, figura ben nota nel mondo Avis, avendo ricoperto per due mandati la carica di Presidente Nazionale. Relatori erano: il dr. Davide Zarcone, Direttore del dipartimento di Neuroscienze Riabilitative dell’ASST Valle Olona; la dr.ssa Chiara Guarnerio, Psicologa e Psicoterapeuta presso l’Ospedale di Gallarate; il dr. Paolo Licini responsabile del gruppo operativo di Busto Arsizio dell’Associazione Varese Alzheimer.

Dopo una breve introduzione del dr. Saturni sugli scopi statutari dell’Avis, tra cui la divulgazione della cultura della salute tra la popolazione, anche su temi non strettamente collegati alla donazione, davanti ad una sala gremita da una settantina di persone, la parola è passata al primo relatore.

Il dr. Zarcone, dopo una breve storia sulla scoperta della malattia, partita dai primi studi eseguiti dal medico italiano dr. Gaetano Perusini all’inizio del 1900, ha spiegato che la malattia è strettamente connessa all’invecchiamento della popolazione (in Italia tra il 2020 e il 2035 si prevede un decremento della popolazione da 58 a 55 milioni di abitanti, mentre le persone sopra i 55 anni aumenteranno da 21 a 26 milioni), normalmente inizia a partire dai 60/65 anni (ma ciò non toglie che vi siano ammalati anche di 50 anni) e che è più sviluppata nel continente americano rispetto all’Europa ed all’Asia.

Ha proseguito spiegando le differenze tra la malattia di Alzheimer, circa il 64% del totale, e le altre forme di demenza minori quali: la smemoratezza benigna, la depressione o lo stato confusionale da trauma; spiegando che la malattia si sviluppa a seguito di un processo degenerativo cerebrale che causa una grave perdita dei grossi neuroni corticali con deposizione di materiale anomalo (amiloide).

Prosegue spiegando le principali differenze tra la depressione e la malattia di Alzheimer: nel primo caso l’insorgere è ben databile, vi è una rapida progressione, una sopravvalutazione dei problemi, un cambiamento repentino di umore, la famiglia è cosciente della malattia; nel secondo caso l’inizio non è individuabile, vi è una lenta progressione della malattia, si tende a minimizzare i problemi, l’umore cambia quasi di giorno in giorno, la famiglia non riconosce la gravità della malattia, ad eccezione dello stato mentale per il resto è buona.

Illustra quindi i criteri diagnostici per valutare la malattia e le varie fasi in cui si sviluppa e i disturbi comportamentali nelle varie fasi.

Conclude spiegando che i farmaci attualmente utilizzati sono solo sintomatici, il fallimento di molte ricerche (99,6%) ha portato molte case farmaceutiche ad abbandonarle, anche se dal 2018 vi è stato un nuovo incremento delle ricerche grazie alla nuove tecnologie sui farmaci. Il dr. Zarcone ha terminato il suo intervento con uno spiraglio di speranza, ha spiegato infatti che le nuove ricerche sugli anticorpi monoclonali potranno portare, nel giro di 4/5 anni, alla realizzazione di terapie specifiche, anche se a costi molto elevati.

La dr.ssa Guarnerio ha introdotto il tema dei deficit comportamentali nei soggetti colpiti dalla malattia e la loro gestione nella vita quotidiana. Ripetendo il fatto che vi sono molte cause che portano ad avere dei difetti cognitivi quali: trauma cranico, epilessia, ictus, patologie neurodegenerative (SLA, SM), malattie infettive, intossicazioni da alcool, diabete.

Ha spiegato che la malattia di Alzheimer è “una demenza che si manifesta con un declino progressivo delle funzioni cognitive tali da compromettere le abituali attività della vita quotidiana e delle relazioni sociali”. Comporta un disorientamento temporale (non si sa più che giorno sia), spaziale (non si sa dove si è), personale (non si riconoscono le persone), familiare (non si riconoscono i propri famigliari). Si hanno delle difficoltà a fare dei programmi, a dare dei giudizi obiettivi (pericolo nelle guida), ad inibire dei comportamenti (si dice anche quello che non si vorrebbe), a risolvere dei problemi anche banali (come si fa a preparare da mangiare), non si riesce più a dare un nome a degli oggetti comuni, a riconoscere la differenza tra un coltello ed una forchetta.

Statisticamente, nel periodo di 10 anni, si passa dai primi disturbi cognitivi ai disturbi comportamentali, alla perdita dell’autosufficienza, alla necessità di cure/controllo costante in case di cura o a casa, fino alla morte.

Illustra poi le varie fasi e/o possibilità che attraversa l’ammalato: apatia, aggressività, agitazione psicomotoria, depressione e psicosi. I sintomi sono: alterazione dell’umore, ansia, modificazione della personalità, disturbi dell’attività psicomotoria, agitazione, aggressività fisica o verbale, lamenti continui. Tutti questi fattori causano non solo il peggioramento della malattia e l’aumento dei costi economici per le cure, ma anche un progressivo deterioramento delle qualità di vita dei famigliari e di chi ha in cura l’ammalato.

Cosa si può fare per aiutare l’ammalato? Capire e rimuovere le cause che scatenano alcune azioni, adattare l’ambiente, fare assumere i farmaci, verificare se vi sono delle costanti in alcune reazioni e modificarle se possibile, se vi sono disturbi di memoria evitare di sottolinearli e minimizzarli (evitare: ma come, non mi riconosci …), in caso di cambiamenti delle attività giornaliere o nell’ambiente, tranquillizzare l’ammalato, spiegando più volte, con calma cosa si è reso necessario. Non bisogna deriderlo o contraddirlo, ma nemmeno confermare idee non corrette spiegando la realtà, eventualmente distogliere l’attenzione dal supposto problema. In caso di aggressività evitare di contraddire, discutere, convincere; mantenere la calma evitando di alzare la voce ma tenendo sempre pronta una via di fuga per la propria incolumità.

In questa malattia è tipico che verso sera aumentino confusione, irrequietezza a aggressività e seguito della stanchezza e della riduzione della luce, evitare quindi richieste di attività ed aumentare, se possibile, la luminosità degli ambienti, evitando le zone d’ombra.

Il dr. Licini, si è soffermato sulla descrizione dell’Associazione, sorta nel 1995 come AIMA (associazione Italiana Malati Alzheimer) e del gruppo operativo di Busto Arsizio operante dal 1999.

Ha spiegato quali sono i problemi che si affrontano nelle cure di un ammalato di Alzheimer, specialmente per i parenti con cui convive. Egli ha poi informato su quali sono le attività dell’Associazione, sia nei confronti dell’ammalato sia dei familiari, che vanno da incontri formativi a gruppi di sostegno, gestione di operatori a domicilio. Ha proseguito poi con alcune informazione sui servizi istituzionali, a livello comunali a partire dai Servizi Sociali, i Centri diurni, la Rsa-Nuclei Alzheimer, gli aiuti previsti da fondi regionali.

Ha concluso dando alcune informazioni sulle normative esistenti: assegno d’invalidità, l’Amministratore di sostegno necessario per tutte le situazioni economiche, la possibilità di interdizione dell’ammalato, con i relativi problemi, per finire con le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) di cui si è già scritto su questo sito qualche tempo fa.

Al termine degli interventi, il dr. Saturni ha chiesto al pubblico, ancora tutti presenti nonostante che le 23 fossero abbondantemente passate, di porre eventuali domande, puntualmente poste a dimostrazione dell’interesse dell’argomento proposto dal Gruppo Avis di Borsano.

Il nuovo Statuto

Nell’Assemblea del 24 febbraio 2019 è stato approvato il nuovo Statuto dell’Avis di Busto Arsizio e Valle Olona, che è stato poi registrato in data 8 marzo 2019. La nuova versione accoglie le proposte avanzate da AVIS Nazionale per adeguarsi alle rinnovate disposizioni legislative, ai sensi del Codice del Terzo Settore di cui al decreto legislativo 3 agosto 2017, n. 117. Nel numero di marzo 2019 di DONARE sono indicate le principali modifiche.

Di seguito, il file allegato.

2019 Statuto dell’Avis Comunale Busto Arsizio-Valle Olona ODV

I disegni di Borsano

(lu.pi) Nonostante il fattore tempo, non inclemente ma sicuramente non gradevole, la mostra dei disegni realizzati dai ragazzi delle scuole medie Parini di Borsano si è svolta regolarmente.

Sicuramente la presenza di visitatori è stata limitata, come anche per tutta la durata della “festa di apertura dell’oratorio”, il fattore “tempo incerto con minacce di pioggia” ha tenuto lontano molta gente ed il fatto che molti dei giochi previsti si sono svolti all’interno dell’oratorio, non ha consentito la solita affluenza dei “giudici” dei lavori presentati, che hanno votato il loro giudizio sulle apposite schede.

Ora il “Concorso Grafico” vedrà naturale la sua conclusione nelle prossime settimane, in occasione del programmato incontro Avis – Scuole.

 

I premiati della Serata del Donatore 2019

L’8 novembre, presso il Teatro Sociale di Busto Arsizio, si terrà la tradizionale Serata del Donatore.

Durante la serata, come di consueto, verranno premiati i donatori che hanno raggiunto un certo traguardo in numero di donazioni.

Di seguito, il rimando al significato dei vari premi: Le benemerenze

Qui sotto, invece, la lista dei premiati:

– Diamanti e Smeraldi

– Rubini

– Oro

– Argento Dorato

– Argento

– Rame

Le benemerenze

Che cosa sono
I nostri associati, al raggiungimento di determinati numeri di donazioni, ricevono un riconoscimento sotto forma di diplomi e medaglie (o distintivi).
Si indicano come “benemerenze”. Il loro valore economico è marginale, ma è alto il loro valore simbolico.
La benemerenza rappresenta poco per il donatore, che non ha certo bisogno di sentirsi dire “grazie”; egli è appagato dall’intima soddisfazione di avere regalato salute, o addirittura vita.
Invece la benemerenza vale nei confronti di chi non è donatore: è una testimonianza, invita a riflettere sull’importanza del dono di sangue, è uno stimolo a contribuire a una fondamentale azione di solidarietà.

A chi vanno
Le benemerenze sono assegnate in base al numero di donazioni effettuate, tenendo conto degli anni di partecipazione attiva alla vita dell’Associazione.
1.    GEMMA DI DIAMANTE: alle 120 donazioni
2.    GEMMA DI SMERALDO: alle 100 donazioni (oppure 80 con 40 anni di iscrizione).
3.    GEMMA DI RUBINO: alle 75 donazioni (oppure 60 con 30 anni).
4.    DISTINTIVO D’ORO: alle 50 donazioni (oppure 40 con 20 anni).
5.    DISTINTIVO DI ARGENTO DORATO: alle 36 donazioni (oppure 24 con 10 anni).
6.    DISTINTIVO DI ARGENTO: alle 16 donazioni (oppure 12 con 5 anni).
7.    DISTINTIVO DI RAME: alle 8 donazioni (oppure 6 con 3 anni).
Per le donne in età fertile ogni donazione vale il doppio ai fini della maturazione delle benemerenze.

Morbo di Alzheimer – il convegno di Borsano

(lu.pi) Un importante Convegno si terrà a Borsano il prossimo 11 ottobre alle ore 21.00 organizzato dal gruppo Avis locale.

Si parlerà infatti della malattia di Alzheimer, un male che colpisce le persone anziane, ma non solo, e che può avere gravi conseguenze anche su tutto il nucleo familiare.

Non vi sono prevenzioni, non vi sono cure definitive, solo cure che rallentano il progressivo deterioramento delle nostre capacità cognitive.

I primi sintomi sono dati da vuoti di memoria, possibili scatti d’ira immotivati, momenti di apatia; e fino a questo punto l’ammalato può essere ancora gestibile in famiglia con l’attenzione di tutti i famigliari; col progredire della malattia chi ne soffre diventa sempre meno cosciente del proprio stato, e diventa sempre più dipendente dall’assistenza esterna, fino al completo allettamento e alla completa dipendenza di chi lo cura.

E’ in questa fase che il dramma tocca la famiglia in modo totale; egli richiede un’assistenza 24 ore su 24 che non sempre i famigliari gli possono dedicare. Nasce quindi il problema se curarlo a casa o inviarlo ad una struttura specializzata.

Il dilemma è ancora maggiore in quanto l’ammalato, normalmente un genitore, è completamente assente o vi sono dei momenti, seppur brevi, in cui è lucido e comprende dove si trova e cosa gli sta succedendo?

Questi sono alcuni degli interrogativi a cui si cercherà di rispondere, i Relatori sono degli esperti in materia (vedi volantino) ed il Moderatore è da tutti noi ben conosciuto, dr. Vincenzo Saturni, già Presidente Nazionale di AVIS, che con la sua capacità saprà introdurre i vari temi e guidare il successivo dibattito.

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