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Categoria: Avis News

POSTA CELERE

Il 9 dicembre scorso, nella piccola e graziosa piazzetta San Lorenzo, in collaborazione con la locale sezione AIDO e la Pro Loco, la sottosezione Avis di Olgiate Olona ha proposto la consueta manifestazione “POSTA CELERE”, che consiste nel raccogliere in una letterina i desideri di ogni bimbo da recapitare a Babbo Natale affidandola a un palloncino luminoso, lasciato libero di volare nel buio della notte verso la meta.

La manifestazione ha ottenuto come di consuetudine un notevole successo, infatti, sono stati liberati un considerevole numero di palloncini, circa 250, e una numerosa partecipazione di persone, rifocillate per attenuare la rigida temperatura con caldo vin brulé, cioccolata e zucchero filato.

La manifestazione ha poi avuto un simpatico seguito: uno dei palloncini ha concluso la sua corsa al Vigorelli di Milano dove ha sede una Associazione ciclistica. La letterina, raccolta da uno dei soci, ha fatto sì che lui, con altri tre compagni, decidessero di far visita al mittente in sella alle loro biciclette (non poteva essere altrimenti) consegnando dei doni ai ragazzi in un vero clima natalizio. Un particolare ringraziamento alla Pro Loco per il supporto avuto, e un arrivederci per il prossimo Santo Natale.

 

Befana a Borsano

Per il Gruppo di Borsano questo anno si è aperto con l’arrivo, seppure in ritardo, della Befana.

Infatti lunedì 7 gennaio alcuni rappresentanti di Avis Borsano si sono recati presso i due asili del paese (Sioli e San Giuseppe) accompagnati da una Befana d’eccezione, donando ad ogni bimbo delle calze contenenti dei cioccolatini.

Le calze contenevano anche un messaggio per i genitori in cui li si invitava, se non lo fossero di già, a diventare Donatori, con alcune indicazioni su chi può donare e come fare per diventarlo.

E’ stato bellissimo vedere lo stupore dei bimbi al momento dell’ingresso nella sale della Befana, come sono state numerose le domande, competenti, sul fatto che non fosse entrata in volo, che la scopa non era la tradizionale di saggina e come mai era arrivata con un giorno di ritardo.

Un ringraziamento a tutto il personale che ha concesso l’autorizzazione ad effettuare questa giornata ed in particolare alla Società varesina che ha fornito gratuitamente i prodotti.

(Luigi Pinciroli)

 

Invito alle Assemblee

Con il mese di gennaio inizia la importante stagione delle Assemblee avisine. Per noi di Busto e Valle l’appuntamento centrale è fissato per domenica 24 febbraio, secondo la CONVOCAZIONE qui riportata.

Ma prima si sono svolte le assemblee delle sottosezioni; e dopo siamo interessati all’assemblea Provinciale di Varese, quella Regionale di Lombardia (a Monza il 4 maggio) ed infine all’Assemblea Nazionale (Riccione, da venerdì 17 a domenica 19 maggio).

Date e modalità per la partecipazione, aperta come uditori a tutti gli avisini, saranno disponibili prossimamente. 

Ognuno di noi porti il suo contributo, assieme costruiremo una AVIS migliore.

C’è bisogno di tutti. Ci vediamo in Assemblea.

 

CONVOCAZIONE 2019

Trenta secondi

Le manifestazioni per festeggiare l’ottantesimo compleanno della nostra Avis, si sono concluse con un’ultima iniziativa, indirizzata verso i ragazzi delle scuole medie superiori, rivolgendo uno sguardo verso le moderne modalità di comunicazione che trovano oggi larga diffusione tra i più giovani.
In collaborazione con il Liceo Artistico Candiani, i ragazzi sono stati invitati a proporre brevi “videomessaggi”, appunto di trenta secondi, sul tema dell’invito a donare sangue con AVIS. Sono giunte 15 risposte, tutte centrate sull’argomento e ben fatte. I videomessaggi sono stati proiettati, unitamente ai cortometraggi del precedente concorso “audiovisivi”, in occasione della Serata del 16 novembre scorso e li potete trovare qui sotto.
Ai ragazzi che hanno partecipato al concorso è destinato un piccolo riconoscimento come segno della gratitudine avisina.

Tutto cambia

Si chiamava Leopoldo Fregoli, ed è ricordato per la sua abilità nel trasformismo scenico che gli consentiva di cambiare in pochi secondi la figura del personaggio che andava a interpretare. Aveva dato vita ad alcuni spettacoli teatrali, e dato che la compagnia disponeva di uno scarsissimo numero di attori era costretto a coprire da solo diversi ruoli, con molti cambi d’abito e pochissimo tempo a disposizione. Nacque così il genere di spettacolo su cui costruì la sua carriera artistica.

Un’eredità raccolta da Paolo Drigo, ospite nel Teatro di via Dante di Castellanza per il tradizionale Spettacolo di Natale della locale sottosezione Avis, non a caso intitolato “Ladro di volti”. E di volti rubati ce n’erano molti: cominciando con Elvis Presley e via via passando per Renato Zero, Vasco Rossi, Jovanotti, Elton John eccetera.

Una serata dedicata al sorriso ed alla socialità, come ha tenuto a precisare la Sindaca di Castellanza, Mirella Cerini, nel discorso di apertura tenuto insieme al presidente Avis Busto e Valle Marco Roncari che ha efficacemente “sostituito” (proprio in tema con lo spirito dello spettacolo) la professoressa Morlacchi responsabile della sottosezione, assente per motivi di salute.

Donare: il concorso tra scuole

Come sappiamo, le candeline spente quest’anno dalla nostra Avis sono state ben 80.

Per l’occasione, insieme alle innumerevoli altre iniziative, è stato indetto un concorso per coinvolgere soprattutto i giovani – i donatori di domani – tramite le scuole superiori di Busto Arsizio. I ragazzi sono stati quindi chiamati a realizzare un breve cortometraggio ispirato alla promozione del dono del sangue e alla solidarietà, in collaborazione con l’istituto cinematografico Antonioni di Busto Arsizio.

I lavori realizzati si possono visualizzare qui sotto.

La premiazione è avvenuta in occasione del BAFF (Busto Arsizio Film Festival) in piazza San Giovanni domenica 13 maggio, alla presenza della giuria (formata da un membro incaricato del comune, personaggi Avis, appartenenti all’Istituto Antonioni e esperti del settore).

Il verdetto ha decretato il Liceo Scientifico Artuso Tosi come primo classificato, seguito dal Liceo Linguistico Daniele Crespi.

A pari merito, al terzo posto, invece, si sono posizionati l’Istituto Tecnico Enrico Tosi, il Liceo Artistico Paolo Candiani e l’Istituto Professionale Pietro Verri.

Tutte le scuole hanno portato a casa un riconoscimento simbolico, oltre che gli applausi e gli apprezzamenti da parte di docenti, studenti, genitori e, naturalmente, della nostra associazione avisina.

Festa 80 anni

C’erano due grandi macchie rosse ai lati dell’altare, in San Michele a Busto, domenica 6 maggio. Erano le decine e decine di labari delle AVIS della nostra provincia, convenute per festeggiare le 80 candeline dell’Avis di Busto e Valle.

Lo ha fatto notare il parroco, don Giorgio Fantoni, ricordando le migliaia di donatori e le tantissime donazioni, e l’importante azione di sensibilizzazione ad una vita sana e consapevole verso tutta la cittadinanza. E al termine della Messa, ha invitato ad un battimani di ringraziamento e solidarietà.

All’uscita, dietro i labari si è formato un corteo di avisini, aperto dalle autorità istituzionali del territorio, accompagnato dalle note del Corpo musicale Pro Busto. Attraverso le vie del centro si è giunti al Monumento agli avisini defunti in piazza Vittorio Emanuele dove è stata deposta una corona; e quindi al Museo del Tessile.

Qui il nostro presidente Roncari ha ringraziato gli ospiti consegnando una targa ricordo e l’edizione speciale di DONARE per l’ottantesimo. Erano presenti rappresentanti delle amministrazioni comunali di Busto (il sindaco Antonelli e l’assessore Miriam Arabini), di Castellanza (la sindaca Mirella Cerini), di Fagnano (il sindaco Simonelli), di Gorla Minore (il sindaco Landoni), di Olgiate (l’assessore Luisella Tognoli), di Solbiate (il consigliere Miano); ognuno ha portato il proprio saluto e il proprio augurio. Per le Forze dell’ordine erano presenti il maresciallo Bertuccioli della locale Stazione dei Carabinieri, e il tenente Laura Tripoli della Guardia di Finanza di Busto. La targa ricordo è stata consegnata anche a Vincenzo Saturni, già presidente nazionale, e a Elio D’Onofrio, vicepresidente vicario regionale; inoltre alle Avis comunali che erano presenti, e alle sottosezioni di Busto e Valle.

Agli intervenuti, molti dei quali provenienti da altre località, è stato infine offerto un pranzo nella Sala Feste del Museo. Una lieta occasione per brindare assieme al futuro dell’AVIS.

In seguito, alcune foto della manifestazione a cura di Davide Caforio e Giancarlo Nazari.

Il ritorno delle malattie infettive – Il convegno di Borsano

Si è svolto, lo scorso 26 ottobre, davanti ad un nutrito gruppo di intervenuti, il XVII Convegno Socio-Sanitario organizzato dal Gruppo di Borsano.

Questo anno il tema era “Il ritorno delle malattie infettive – Vecchie e recenti infezioni prese alla leggera”. I relatori erano la dr.ssa Paola Vitiello, infettivologia presso l’Ospedale S. Gerardo di Monza; la dr.ssa Eugenia Trotti, professoressa di psicologia clinica presso l’Università dell’Insubria di Varese ed il dr. Vincenzo Saturni, già Presidente Avis Nazionale e responsabile del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Varese.

Dopo una breve presentazione della serata, che rientra negli scopi statutari dell’Avis in merito alla informazione sanitaria e protezione della salute della popolazione, da parte del sig. Pinciroli, si è passati direttamente alla relazione della dr.ssa Vitiello che ha parlato della situazione attuale in merito alle malattie infettive emergenti e ri-emergenti. Come malattie infettiva emergenti si intendono quelle individuate negli ultimi30/35 anni; ha parlati quindi della diffusione dell’HIV che, mentre nel passato si concludeva sempre con una diagnosi di AIDS conclamata e portava sempre alla morte, ora con i nuovi metodi di cura si può sopravvivere e convivere con la malattia, anche se l’ammalato deve sempre assumere dei farmaci molto pesanti per il proprio corpo. Ogni anno gli ammalati di HIV aumentano dello 0,5% e, dato che fortunatamente i decessi sono relativamente pochi, questi ammalati sono in costante crescita. Questo continuo aumento, comporta dei forti aggravi alla Società, sia dal punto di vista sociale, che da quello economico, considerando che un ammalato di HIV costa al Servizio Sanitario Nazionale oltre 600 € al mese.

Un diverso discorso è legato all’epatite C, ora una malattia curabile e che si riesce a debellare nell’oltre il 90% dei casi. Anche questa malattia, come l’HIV, viene trasmessa tramite contatto diretto del sangue e da alcuni fluidi corporei, in particolare tramite rapporti sessuali non protetti con partner occasionali. L’incidenza di questa malattia a livello mondiale è pari al 3%. Si considera che nel mondo vi siano circa 150 milioni di persone affette da epatite C; mentre nei paesi sviluppati si riesce a guarire, nel terzo mondo è ancora una malattia mortale.

L’epatite B colpisce circa il 10% della popolazione mondiale, ha gli stessi criteri di trasmissione delle precedenti, ma in questo caso non vi sono farmaci che possano curarla, vi è però il vaccino che può impedire il contagio.

La dr.ssa è poi passata ad illustrare quali sono le malattie ri-emergenti, vale a dire malattie conosciute da molti anni, più o meno note alla popolazione, considerate quasi debellate, ma che ritornano prepotentemente all’attenzione. Ha parlato quindi della tubercolosi, che ha fatto oltre 1,3 milioni di morti nel mondo nel 2017; della sifilide di cui sono affetti circa 12 milioni di persone nel mondo, 30.000 in Europa, con tendenza all’aumento; dl virus del Nilo occidentale, conosciuto dal 1937 ma in forte aumento, anche in Italia, a partire dagli anni ’90, un virus che nelle persone sane non crea grossi problemi, ma che in fisici deboli può portare anche alla morte; questo virus viene trasmesso dalla zanzara tipo Culex, la nostra comune zanzara notturna. La febbre di Chikunguya, trasmessa dalla zanzara tigre, per concludere con altre infezioni virali tipo Ebola e Zica, non presenti normalmente sul nostro territorio ma che possono arrivare tramite la globalizzazione mondiale e i viaggia aerei sempre più comuni.

Ha concluso il suo intervento con la segnalazione che i batteri sono sempre più in grado di resistere agli antibiotici, che vengono sovente assunti senza effettivo bisogno, o che vengono assunti tramite le carmi ed i vegetali di cui ci alimentiamo.

La dr.ssa Trotti ha parlato dell’aspetto psicologico delle malattie infettive, in particolare dell’HIV. Ha spiegato che lavora a contatto con questi ammalati dal 1989 e, mentre prima il suo scopo era di far comprendere che un ammalato di HIV, la malattia era sicuramente destinata a diventare AIDS con conseguenze mortali, ora coi nuovi farmaci si può essere HIV positivi ed avere una vita “normale”, quando per normale si intende una vita costantemente legata ai farmaci. Se in origine questa malattia era considerata, erroneamente, un problema di “categorie” di persone (drogati, omosessuali, prostitute), oggi le persone infettate sono tutte persone “normali”, che non hanno comportamenti di categoria, ma che vengono contagiate per non conoscenza e indifferenza la problema.

Oggi circa 37 milioni di persone, nel mondo, sono affette da HIV o AIDS ed ogni anno si assiste ad un aumento di 1,8 milioni di nuovi casi; vi è anche un forte e preoccupante aumento di persone affette da HIV che non sanno di esserlo. Attualmente il contagio si diffonde in particolare tra i più giovani e nella fascia 40/50 anni. Le motivazioni sono molteplici: alcool e droga del sabato sera che inibiscono i comportamenti di attenzione, ignoranza dei problemi (molti giovani non sanno la differenza tra HIV e AIDS e cosa significhi lo stesso acronimo), dimostrare assoluta fiducia nel partner anche se appena conosciuto, e poi la classica mentalità “anche se prendo l’HIV ci sono i farmaci che mi proteggono” come se questi farmaci fossero miracolosi, non sapendo cosa comporta per un ammalato di HIV dover assumere, per sempre, farmaci sovente molto “pesanti” per il fisico.

Ha ribadito che in Italia i nuovi casi di HIV sono circa 4.000 all’anno e, dato che l’infezione può rimanere latente per 7/8 anni, periodo nel quale non da sintomi ma può essere trasmessa ad altri. Inoltre visto che non si trasformano più in AIDS conclamata, grazie ai farmaci, e quindi un allungamento dei tempi di vita, vi è in parallelo un costante aumento di sieropositivi.

Anche il dr. Saturni basa il suo intervento principalmente sui problemi dell’HIV, segnala che, al giorno d’oggi, circa il 5% dei nuovi casi di HIV sono dovuti a trasfusioni di sangue, precisa però immediatamente che in Europa ed in Italia, il rischio di essere contagiati tramite trasfusione è praticamente pari a 0 (in medicina il rischio 0 non esiste!). Vi sono aree nel mondo (vedi USA) dove la raccolta di plasma viene effettuata tra la popolazione dei paesi poveri limitrofi e ben renumerata. Illustra brevemente i nuovi questionari da compilare pre-donazione, previsti nel DL del 2/11/2005; la massima attenzione da parte del medico trasfusionista nell’accettazione e nel consentire la donazione, gli esami che vengono effettuati ad ogni donazione, il tutto per garantire la massima sicurezza all’ammalato che deve ricevere il nostro sangue. Nel citato questionario è dato molto spazio al problema dei rapporti sessuali più o meno a rischio. Ribadisce l’importanza della donazione procrastinata (prima gli esami dei nuovi donatori e dopo 2/3 mesi la prima donazione), in tal modo si riduce dal 3% allo 0,3% il rischio di trasmissione di ogni tipo di malattia. Spiega poi le motivazioni delle domande e delle sospensioni temporanee per coloro che hanno soggiornato in particolari aree anche italiane (solo di notte per la zanzara nostrana, tutto l’arco del giorno per la zanzara tigre), legate alla diffusione di alcuni virus trasmessi dalle zanzare in tali aree. Questo anno, dato che anche nella nostra provincia è stato riscontrato il virus del Nilo occidentale, tutte le donazioni vengono sottoposte ad esami specifici. Un test effettuato nel 2016, su circa 2 milioni di donatori, sono risultati positivi a vari virus 1824 (meno dello 0.1%) e di questi il 6,2 % positivo all’HIV, il 18,3% all’epatite C e ben il 31,5% al virus della sifilide. Sempre rimanendo in tema dell’HIV e della scarsa conoscenza della stessa, in un recente sondaggio che ha coinvolto oltre 11.000 persone, solo il 36% sa che le zanzare non trasmettono il virus, mentre il 22% sono convinte che la saliva possa trasmetterlo.

Al termine delle relazioni sono state sottoposte diverse domande sui temi toccati, a cui i relatori hanno dato le precisazioni del caso.

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