Uno dei requisiti fondamentali per diventare donatore di sangue è condurre uno stile di vita salutare: naturalmente, lo sport è parte integrante di questo obiettivo. Tra gli svariati effetti benefici di una regolare attività fisica sull’organismo umano, molti sono di interesse prettamente cardiovascolare e risultano quindi estremamente rilevanti nell’ambito delle donazioni.
In primo luogo, sebbene influisca solo in minima parte sulla formazione di colesterolo, lo sport risulta decisivo in merito alla tipologia di colesterolo che si viene a formare. Il colesterolo si sposta nel sangue trasportato da particolari proteine del sangue, le lipoproteine. Le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono correlate alla tendenza del colesterolo (detto in questo caso “cattivo”) a stratificare lungo le pareti vascolari. Le lipoproteine ad alta densità (HDL), invece, trasportano il colesterolo dai tessuti al fegato, dove viene smaltito: si parla in questo caso di colesterolo “buono”. Grazie allo sport, la quantità di colesterolo buono aumenta a svantaggio di quella di colesterolo cattivo, il che si traduce in un considerevole abbassamento del rischio di ostruzione dei vasi, quindi della pressione sanguigna e del pericolo di infarto.
Un ulteriore vantaggio è legato prevalentemente all’attività aerobica (ciclismo, corsa, nuoto, ecc.). Se praticata almeno tre volte a settimana e a intensità medio-alta, questa è in grado di ridurre le pulsazioni che il cuore deve compiere in un minuto. Questo significa che uno stile di vita del genere, a patto di essere condotto con continuità, risparmia all’organo centrale del sistema circolatorio una notevole quantità di energia e lo premia con anni in più di vita.
L’attività intensa, inoltre, è indispensabile per normalizzare i livelli di fibrinogeno e abbassare il rischio di trombosi. Il fibrinogeno è una proteina plasmatica che favorisce la coagulazione del sangue in caso di lesioni, ma se in eccesso può rendere il sangue viscoso, fino a provocare coaguli all’interno dei vasi stessi. Questo determina la formazione di un trombo, bloccando l’arrivo del sangue e quindi dell’ossigeno a un certo tessuto e inducendolo così alla necrosi.
Quelli riportati sono solo alcuni dei formidabili effetti dell’attività fisica, ma sono sufficienti per rendersi conto di quanto essa giochi un ruolo fondamentale non solo nella salute del singolo, ma anche e soprattutto nella salute di coloro ai quali una donazione di sangue è destinata: per un donatore, prendersi cura di se stesso significa prendersi cura degli altri.
A cura di Enrico Forte